
Ogni giorno, Wikipedia stila un rapporto della ricorrenza della morte di tantissime persone famose in tutto il mondo. Tra questi vi personaggi come cantanti, studiosi, scienziati, musicisti, artisti ed eroi.
Se volete leggerli seguite questo link: http://www.ilchiaroscuro.altervista.org/persone-famose-morte-oggi
Io però voglio raccontarvi la storia di uno dei tantissimi eroi che ogni anno Wikipedia si dimentica di citare per la sua storia di vita e le sue gesta.
Così voglio raccontarvi la storia di un uomo, come molti, che nacque da una madre ed un padre come tutti. La storia di un uomo che fu bambino, ma ebbe modo di dimenticarlo alla svelta perché diventare grandi e responsabili pareva più importante e necessario per sopravvivere. Amava la musica, le sue mani parevano create per comporre qualche sinfonia al pianoforte. La sua voce si udiva dall’alto delle impalcature quando cantava e avrebbe fatto invidia ad un tenore. Era bello, così bello con quei capelli mossi e il ciuffo che gli cadeva di sopra ai sui occhi azzurri.
Ogni giorno lei lo vedeva scendere impolverato dai calcinacci che rompeva col martello e lo scalpello, ma era così bello che se ne innamorò perdutamente. Fu così facile l’amore tra loro che parevano essere nati l’uno per l’altra. Bastò uno sguardo per scoprire che di lì a breve le loro strade non si sarebbero mai più separate. Si unirono, si sposarono ed ebbero 4 bellissimi figli, tre maschi e una femmina. Li crebbero con amore, come una famiglia sana sa fare e con mille sacrifici negli anni che vennero diventarono le braccia forti di una piccola impresa edile che il padre aveva pensato per il futuro della famiglia. Un’impresa famigliare, dove tutti potevano realizzarsi, tranne uno, che pareva nato per fare altro. Voleva studiare e tutta la famiglia lo sostenne nel suo desiderio. Divenne presto architetto e si laureò col massimo dei voti. E solo dopo essersi laureato decise di dedicare il suo impegno all’impresa di famiglia e di essere lui a disegnare le case e i palazzi che andavano costruendo via per via della città. Il loro nome fu presto sulla bocca di tutti per via dell’efficienza, affidabilità, garanzia di qualità offerta nel loro mestiere. Loro erano una delle famiglie più conosciute per saper fare bene quel loro mestiere, i muratori.
Erano una stimata famiglia italiana di costruttori italiani. Nel frattempo E a forza di costruire gli anni erano passati e sia il padre come la madre si erano fatti anziani, ma lui, quell’uomo bello di cui vi avevo parlato all’inizio, non aveva perso per nulla il suo fascino.
Aveva ormai i capelli quasi bianchi, il ciuffo era sparito per la calvizie ma aveva una attività di famiglia bene avviata, aveva una buona disponibilità di denaro e così decise di prendere a 72 anni lezioni di musica da un professore. Lo stesso professore si stupì del perché un uomo di quell’età con le mani callose e dure per quanto lavoro avevano fatto, fosse comunque determinato a studiare musica su di un pianoforte. Un giorno per mera curiosità glielo chiese e lui, l’uomo rispose sorridendo: “perché in un tempo lontano il mio sogno era diventare un compositore, e invece la vita mi ha fatto fare il muratore”.
Così con estremo impegno e dedizione imparò a suonare quel complicato strumento e più lo suonava, più pareva che le sue mani acquistassero nota dopo nota scioltezza. Le sue dita callose sfioravano quei tasti candidi alternando con surreale delicatezza la pressione su quelli scuri e ne uscivano melodie magiche che sollevavano l’anima e facevano danzare lo spirito.
Così un bel giorno decise di acquistare un pianoforte a coda e lo fece piazzare con immenso orgoglio nel salotto di casa sua, ma il giorno stesso che lo ricevette il suo cuore cedette per un infarto che in poche ore se lo porto via. Attorno al suo letto negli ultimi attimi di vita dell’uomo c’erano tutti i suoi figli, sua figlia e vicino al capezzale lei, la sua compagna di sempre, quella che fu il suo amore per tutta la vita.
Fu proprio lei a dirgli come ultime parole queste che voglio riportare:
“Perché ci lasci proprio ora, dicevi di voler comporre una meravigliosa sinfonia, dicevi che quella sinfonia avrebbe vissuto per sempre e non la inizi neanche? Ti prego, resta ancora qui con noi!”
E lui stringendole la mano sollevo di poco il capo dal cuscino, con lo sguardo fece il giro del letto incrociando gli sguardi di tutti i suoi figli, poi sorrise compiaciuto e con orgoglio disse: “guarda bene amore mio, guarda quale meravigliosa sinfonia abbiamo creato io e te insieme, non devo iniziare nulla, perché il mio capolavoro al mondo l’ho già dato!”
Si addormentò con il sorriso di un bambino dicono. Un sorriso che non si può spiegare e che molti non potrebbero nemmeno capire.
Ecco, quel giorno è morto un uomo comune come molti. Un uomo speciale come tanti che non verranno mai ricordati dà Wikipedia.
Eppure ognuno di questi padri, ognuna di queste madri, bisogna lasciarli al ricordo come veri e propri eroi.
Eroi sconosciuti, certo, eppure nel loro piccolo e partendo dal basso, hanno cambiato il nostro mondo. Anzi, il mondo l’hanno costruito loro.
Gente così preferisce essere ricordata solo dalle persone che hanno avuto la fortuna di conoscerli o anche solo di incontrarli. Rappresentano i veri esempi di vita.
E se Wikipedia non li cita, pazienza, ce ne faremo una ragione. Noi sappiamo chi sono, sono stati grandi italiani, sono stati i nostri papà e le nostre mamme, i nostri nonni e bisnonni che hanno creato un paese meraviglioso che oggi qualcuno vorrebbe distruggere.
Ricordarli é solo un dovere morale al quale noi non ci possiamo sottrarre. È solo ricordando loro che possiamo sapere da dove veniamo e cosa potremmo essere domani.
Italia Moli
#IoSonoItalia🇮🇹