L’ANTI-CORONAVIRUS É DENTRO DI NOI, MA SAREBBE GRATUITO E NON VA BENE.

Articolo lungo, ma leggetelo perché ne vale la pena e soprattutto capirete come siamo messi in Italia.

Vi voglio raccontare la storia di Kedrion, una azienda internazionale che produce certe sofisticate apparecchiatura che servirebbero a riutilizzare il plasma da convalescente. Tradotto in parole povere, chiunque risulti guarito dall’infezione da Coronavirus, nel proprio sangue ha accumulato degli anticorpi che a loro volta diventano una cura nel 95% infallibile per altri che nel frattempo potrebbero aver contratto il CoronaVirus ed essersi ammalati della terrificante COVID-19 che sta spaventando il mondo intero.

Kedrion per farvi capire meglio é la stessa azienda che ha donato gratuitamente tutta l’attrezzatura all’ospedale di Mantova dove i pazienti vengono curati con “plasma iperimmune” dal cattivissimo CoronaVirus e i decessi sono stati praticamente azzerati.

La notizia ha fatto parlare non poco i giornali e i social, tanto che lo stesso David Puente si sta arrampicando come un gatto sugli specchi cercando di instillare dubbi nell’opinione pubblica grazie ai suoi lunghissimi articoli di fact-checking che leggono sempre meno utenti per quanto sono lunghi e noiosi.

Fatto sta che le cure a costo zero applicate nell’ospedale di Mantova non sono garbate ai soliti che premono ossessivamente affinché si utilizzi quel tanto amato “vaccino” che rappresenta per lo più un business miliardario piuttosto che una vera utilità. Come é stato infatti più volte evidenziato da virologi di alto livello, essendo il CoronaVirus un virus ad altissima mutazione, non si avrebbero garanzie di immunità con un vaccino. Nei giovani oltretutto e al di sotto delle fasce d’età di 60 anni gli stessi numeri forniti dall’ISS dimostrano che praticamente non c’è alcuna mortalità da CoronaVirus. Un vaccino potrebbe dunque essere potenzialmente utile come profilassi in una ristretta fascia di nonni e nonnine nei quali il più delle volte proprio lo stesso vaccino andrebbe ad appesantire un sistema immunitario già provato e che non ha assolutamente bisogno degli ulteriori stress garantiti da un bombardamento vaccinale.

Ma come ben sappiamo alle case farmaceutiche e ai loro tirapiedi del giornalismo #PeoVax della salute pubblica importa na sega, quel che conta é lucrare, poi si fottano pure i nonnini e le nonnine che proprio grazie al vaccino si ritroverebbero per un buon 40% più predisposti a lasciarci le penne. Qualche giorno fa infatti, qualcuno deve aver fato pressione perché se ne interessassero i NAS che sono stati costretti a contattare i medici che a Mantova stanno utilizzando cure (off-label) a base di “plasma iperimmune”.

Non é stata bloccata la sperimentazione di tali cure come qualcuno ha ignorantemente asserito, ma é stato solo un primo e semplice avviso, un po’ come per far capire ai medici che possono benissimo perseguire le loro cure, ma senza per questo dare troppa rilevanza ai risultati ottenuti, perché gli interessi della comunità scientifica non vanno in quella direzione, ma in un’altra, cioè verso una campagna di vaccinazione a tappeto.

Se notate tra parentesi, qualche riga sopra ho menzionato le cure “off-label”, a tal proposito vorrei rammentarvi che nella finanziaria 2007 e, in particolare, l’art. 1, comma 796, lettera

z), impedisce il ricorso a un medicinale di cui non e’

autorizzato il commercio («off-label») a carico del Servizio

sanitario nazionale con carattere diffuso e sistematico.

Questo sarebbe il primo picchetto, perché dovete capire che in Italia, ciò che conta non é la sperimentazione al fine di ottenere una cura che possa funzionare, ciò che conta é che si ottenga una cura che valga la pena di essere messa in commercio e sulla quale le case farmaceutiche possono lucrare.

Capirete dunque facilmente che se si toglie il sangue ad un donatore che dona gratuitamente il proprio sangue perché é guarito da Coronavirus e poi questo sangue lo si “pulisce” per poterlo utilizzare come plasma iperattivo per curarne un altro, il guadagno da parte delle case farmaceutiche dov’è? E se non c’è guadagno per loro, rimarrà per sempre uno di quei trattamenti “off-label” cioè che saranno consentiti solo quando con i farmaci offerti dalle case farmaceutiche non si otterranno risultati utili a salvare la vita del paziente. A quel punto nell’abito del protocollo specifico delle cure compassionevoli sarà possibile utilizzare una cura off-label della quale però, badate bene, nessuno dovrà mai guadagnarci un becco di un quattrino.

Una mamma incinta a Mantova è stata salvata proprio grazie a questo protocollo di cure compassionevoli e utilizzando appunto il plasma iperattivo perché con i medicinali convenzionali altrimenti, la sua vita sarebbe andata perduta.

Rimane comunque il problema di fronteggiare questa emergenza sanitaria, che é diventata “grave” più che altro più che altro perché amplificata dai media di informazione che per la reale mortalità dovuta al fantomatico CoronaVirus.

Kedrion, da parte sua, ha da subito impegnato la propria area R&D nello sviluppo di possibili terapie che potessero essere attuabili nel più breve tempo possibile. In questo senso, i loro sforzi si sono concentrati proprio sull’utilizzo di “plasma da convalescente” (donato da persone che hanno superato la malattia e quindi ricchissimo di quegli anticorpi che rappresentano il vero anti-virus.

Un po’ come nella storia spesso riproposta dalla cinematografia di fantascienza in cui si narra di virus che trasformano le persone in zombie, poi uno scienziato scopre quasi per caso che tra tutti i contagiati qualcuno stranamente é rimasto immune ed é proprio dal sangue di quel singolo soggetto immune che nel film si trova una cura che salva l’intera umanità che potrà continuare così a vivere felice e contenta. 😅

Fantascienza che alla fine grazie a Kedrion diventa realtà e se i vari David Puente, i Burioni e Santoni rosicano come sempre a noi deve importare na sega.

La realtà é che i vaccini che un tempo potevano essere stati utili fronteggiare la spagnola, oggi, grazie alle nuove tecnologie e all’avanguardia raggiunta in termini di attrezzature sono diventai praticamente obsoleti. Tuttavia, fino a quando rappresenteranno un business per una cerchia ristretta di personalità potenti come Bill Gates che sui vaccini ci campano e fanno soldi a palate, continueranno ad essere in vetta alla classifica delle soluzioni più probabili da utilizzare sempre e comunque.

Attualmente le metodiche per l’inattivazione di patogeni, e l’utilizzo delle immunoglobuline estratte dal plasma di persone guarite ed immuni al virus, prodotte a livello industriale sono una realtà indiscutibile. La probabilità di efficacia in termini di guarigione è molto elevata, vicina al 90-95%. Ciò ha spinto Kedrion a concentrare risorse e investimenti per disporre nel breve termine di un concentrato di Immunoglobuline iperimmuni con alto contenuto di anticorpi specifici neutralizzanti il SARS-CoV-2.

Sono proprio queste immunoglobuline quei veri e propri soldati in grado di fronteggiare una vera e propria guerra con la malattia in casi sintomatici gravi e in futuro di bloccare l’evoluzione della sintomatologia sia nei pazienti già ospedalizzati con Covid-19 sia nei soggetti a maggiore rischio.

Kedrion si é attivata consapevolmente, conscia del fatto che questo tipo di cure rappresentano il futuro.

Consapevoli che il plasma è un materiale biologico prezioso, le cui proprietà biochimiche e i cui usi terapeutici sono in larga misura inesplorati e dalle infinite applicazioni, il suo potenziale è quindi ancora enorme e sono convinti possa essere di grande aiuto anche in questa occasione.

La stessa terapia era stata utilizzata con successo per migliorare il tasso di sopravvivenza dei pazienti con sindromi respiratorie acute ugualmente gravi dovute ad altri coronavirus, quali la SARS e la MERS, e per ridurne la degenza ospedaliera. In entrambe le epidemie si era dimostrata una cura efficace, ma in Italia come sempre abbiamo gli speculatori che non hanno alcun interesse nell’ottenere risultati o benefici per la salute pubblica, se da quei risultati o benefici non traggono profitto.

In attesa dell’avvio della produzione industriale sono molto positivi i risultati registrati dalla somministrazione di plasma iperimmune da convalescente a pazienti con COVID-19 in condizioni critiche effettuato da alcuni centri in Lombardia.

Gli ospedali di Mantova e Pavia, Padova e Pisa sono pionieri in questo senso anche se come vi dicevo all’inizio già nel mirino dei cartelli farmaceutici.

Proprio in quegli ospedali Kedrion ha fornito e installato gratuitamente e a tempo di record dispositivi capaci di trattare il plasma da soggetti COVID-19 convalescenti, inattivandolo viralmente in modo da poterlo infondere in tutta sicurezza in pazienti in condizioni critiche.

La preziosa strumentazione per questa procedura é stata fornita unitamente ai kit utili alla preparazione di circa 3.200 unità di plasma convalescente. I centri che hanno già a disposizione le macchine si stanno dotando dei kit necessari per l’inattivazione virale del plasma. Un protocollo clinico-sperimentale è stato già sviluppato dal Servizio di Immunoematologia e Medicina Trasfusionale del San Matteo di Pavia in collaborazione con altre strutture come quelle di Lodi e Mantova, e dall’Azienda Ospedaliera Universitaria di Padova.

Questo plasma potrà essere utilizzato nella gestione dei pazienti infetto da Coronavirus col vantaggio che tale cura non implica i classici effetti collaterali derivanti dalla somministrazione dei soliti ed obsoleti vaccini e non contiene nemmeno quei contaminanti dannosi per l’organismo che sono stati scoperti nei vaccini comunemente commercializzati e posti a carico del Sistema Sanitario Nazionale.

Nel frattempo per aumentare la disponibilità di plasma da convalescente, Kedrion ha comunicato che metterà a disposizione del Servizio Trasfusionale Italiano le proprie tecnologie per realizzare l’inattivazione virale e i test aggiuntivi richiesti, incluso il titolo degli anticorpi totali e neutralizzanti specifici.

Il procedimento potrà essere effettuato presso lo stabilimento produttivo di Sant’Antimo (Napoli), dove il plasma derivante da pazienti Covid-19 convalescenti potrà essere analizzato per la presenza di virus trasmissibili con il sangue e trattato con specifici solventi/detergenti (S/D) per eliminare qualsiasi virus in essi contenuto. In un prossimo futuro, con la disponibilità presso i Servizi Trasfusionali di test per titolazione di anticorpi anti-SARS-CoV-2, potrebbe essere utilizzato anche il plasma di donatori COVID-19 asintomatici e divenuti negativi alla PCR.

Sarebbe una fantastica conquista, ma come sempre a qualcuno non andrà bene e scriverà paginoni di emerite idiozie pur di tentare di screditare questo meraviglioso progetto.

Tranquilli, non faccio nomi e cognomi. Ci mancherebbe, quelli li lascio fare ai pennivendoli di “Open”. 😘

Italia Moli

#IoSonoItalia🇮🇹

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