Ho quasi 15 anni e tre mie amiche hanno già abortito. Ho quasi 15 anni e mi dicono che sono sfigata da quando ne avevo 12 perché non l’ho ancora data. Non mi drogo, non fumo, non mi faccio le canne, non bevo e per questo sono un po’ associale. Non faccio pompini per una ricarica da 5 euro e nemmeno seghe a chicchessia. Non mi imbosco e non mi faccio ficcare le dita ovunque dopo il primo Spritz offerto dal solito coglione al bar. Non indosso tacchi vertiginosi e minigonne, non mostro il culo tanto per. Non invidio, non sono gelosa, non posso esserla di ciò che non merita nemmeno uno sguardo. Alcune mie amiche come sistema anticoncezionale usano il culo, io mi limito ad usarlo in modo del tutto irriverente, ma solo nelle occasioni in cui mangio pasta e fagioli. Per me non è obbligatoria la discoteca, non sono mai andata ad un rave, non ho mai leccato nulla di strano in nome dello sballo perché adoro il mio cervello. Non passa giorno che a scuola non ce la menino con la storia della diversità e dei gay, ma per me un gay è un gay, mentre un etero è solo una persona normale che si ricorda del valore di ciò che le femmine hanno in mezzo alle gambe e forse sa apprezzarne ancora le medievali emozioni che offre. Non giudico né l’uno né l’altro, ognuno si faccia i fatti suoi come io cerco di farmi i fatti miei. Io non sono mai andata da uno a dirgli come la deve pensare e allo stesso modo vorrei non essere forzata a pensare cose che non mi interessano. Ognuno ha il suo letto e nel suo letto può fare ciò che crede, a patto che non rompa i coglioni nei letti altrui. Quello che voglio dire è che può avere un letto ad una piazza e mezza, a due piazze dove può far quel che crede o che gli piace di più, ma trovo abbastanza volgare che questo venga portato poi sulla pubblica piazza. A tal proposito ricordo che una tipa, una volta, in palestra, ha provato a ficcarmi la lingua in bocca, non aveva le palle, ma fidatevi che le ovaie gli sono arrivate su fino alle tonsille. Non sono violenta, non amo alzare le mani mai, su nessuno, a meno che non si invada la mia persona con gesti inopportuni e non nego che di tanto in tanto sono incappata in qualche imbecille che non sapeva tenere le mani a posto. Non vesto firmato, mamma e papà mi comprano roba nei negozi della Telly Weijl, spesso quando ci sono i saldi, così di regola nel mio outfit per l’estate indosso modelli che andavano l’anno prima, ma non ne faccio un dramma. Mi considero di bella presenza e dunque con qualsiasi straccio indosso faccio la mia porca figura. Amo il mio corpo al contrario di tante mie coetanee che si tagliano per farsi notare dal padre che vive nel monolocale in città o dalla mamma che ha fregato al padre la villa in campagna grazie al fatto di essere rimasta incinta 12 anni prima. Sono drogata di zuccheri, caramelle, schifezze varie, ma lavandomi spesso i denti l’alito non mi puzza mai di carogna. Non bestemmio mai e al contrario delle altre che la domenica vanno in chiesa io preferisco starmene di gran lunga a letto a dormire. Non sono dipendente dei social e fino ad un anno fa quando andavo alle medie non avevo nemmeno il telefonino perché non mi serviva. Ho imparato ad usare i social da autodidatta e oggi ho ancora parecchie lacune. Non sono bravissima ma mi sforzo quotidianamente e miglioro, ma al contrario delle altre, per me migliorare non significa usare in modo ossessivo Photoshop per sembrare figa quando invece sei un carciofo. A chi mi chiede di potermi mandare il suo pene, li blocco all’istante senza tanti ma né tanti se. Non sono nemmeno predisposta ai rapporti interrazziali come tante mie amiche che non vedono l’ora di farsi sbattere dal mandingo nero per sentirsi più emancipate nel contrarre il virus dell’HIV. E poi, personalmente preferisco pensare che un giorno i miei tratti somatici verranno trasferiti in un bambino di pelle chiara. E non è una questione di razzismo, ma semplicemente di gusto personale e chi ha problemi a rispettare “il mio gusto” sappia che sono più veloce di Feltri nel mandare affanculo. Chi mi segue su Facebook sa bene che non mi faccio paranoie sul cibo, mangio in modo alternato, a volte come una vacca, a volte come un uccellino. Io non sono perfetta, ho mille difetti, come tutte le altre, ma non sono sociofobica come la maggior parte delle mie coetanee. Non mi sento malata, non sento la necessità di imbottirmi sempre e continuamente di pasticche e medicinali per avere l’illusione di stare meglio. Ho un mio amico che si fa intere scatole di porcherie e ancora non capisco perché. Forse il fatto è che io non sono malata nell’anima e non mi ammazzo per questo. Ah dimenticavo, sul mio diario non ci sono le immagini del Che Guevara, non ci sono falci e martelli, al contrario potreste trovare intere pagine completamente nere, senza nulla di scritto, perché il nero rappresenta il mio essere, rappresenta una mia passione che si contrappone all’ideologia di molti studenti e professori, quella rossa. Lo ammetto sono una bastarda anticomunista e mentre altre mie amiche si professano antifasciste, e vanno in giro con striscioni e cartelloni offensivi, sappiano che io non andrò mai a rompere i coglioni in una piazza senza sapere nemmeno perché ci vado o solo perché tutti gli altri ci vanno e fa tendenza, fa rivoluzionari. Io la mia rivoluzione la combatto a modo mio, se devo me la combatto da sola, con la forza delle mie idee che sono ben più solide di qualsiasi numero in una piazza. Ho già iniziato, ho già puntato i piedi contro un degrado sociale e culturale di cui non voglio far parte. E se le mie amiche vogliono fottersi l’esistenza, lo facciano pure, ma io me ne guarderò sempre bene dal fottermi da sola.
Aggiungo solo un’ultima cosa, io non voglio essere l’influencer di nessuno, sono qui solo per dire la mia. Lascio questa enorme responsabilità a chi non ha un cazzo di cervello e per soldi è sempre ben disposto a fottere il cervello altrui, specialmente quello di ragazzini della mia età, soli, abbandonati a se stessi, perché nella vita non hanno mai avuto un punto di riferimento stabile. Non faccio nomi tranquilli, non vi voglio rovinare il business dei numeri, mi limiterò a sbattervi nei tag unitamente alle griffe che vi pagano. Io, quelli che per voi “sono solo numeri” li vedo, io li conosco per nome, io li guardo vestiti griffati mentre nei loro occhi capisco quanto sono persi in un vuoto infinito nel quale cercano disperatamente di strafottersene di tutto. Li vedo quando stanno con gli altri, ma poi, fuori dal branco, quando con loro parli faccia a faccia, capisci la miseria d’amore e di ideali che hanno dentro. Capisci quanto sono soli nonostante i mille followers su Instagram. Non chiedete dunque ad uno di loro che cosa vuole essere da grande, perché la maggior parte di loro non lo sanno, vivono alla giornata, vivono il momento, l’istante, senza futuro, senza la prospettiva di un domani, perché per loro il domani è adesso.
Domani quel taglierino sul polso potrebbe entrare nella carne più in profondità, oppure che cazzo ne sai, un coglione extracomunitario a cui non si sa quale imbecille cerebroleso gli abbia rilasciato la patente, in macchina e contromano, potrebbe arrivarti addosso mentre torni a casa da scuola col tuo cinquantino.
E li, che cazzo te ne fai di un domani, li le luci si spengono su quel palcoscenico che doveva essere lo spettacolo della tua vita.
Tutto è finito e gli influencer nemmeno si accorgeranno di aver perso un numero.
Ecco, in poche righe vi ho descritto i miei 15 anni. Vi ho descritto anche la massa con cui ho a che fare ogni giorno. Loro sono il mio futuro e il vostro. Forse alcuni di loro un giorno diventeranno avvocati, ingegneri, giudici, dottori o chissà che diamine altro accettando il compromesso, mentre io starò ancora cercando di superare un esame sputando sangue pur non arrivando mai al 30, perché per indole il mio culo non è una merce di scambio. Altri non ci saranno più, ma tranqui, verranno presto dimenticati. In Italia tutto si dimentica alla svelta tra stupri di gruppo, ragazze sventrate e fatte a pezzi, altri sgozzati in pieno giorno da un pazzo che non voleva vederlo sorridere, capita veramente di tutto.
E se credete che io non abbia paura vi illudete. Potrebbe capitare domani che qualcuno spenga le luci di questo mio meraviglioso spettacolo che io ho ancora il coraggio di voler chiamare…vita!
Uhmmm vediamo che hashtag potrei usare..? Ah eccolo: #Passochiudoevaffanculo!
Dedicato a te Loris Ruggeri io so chi eri, io ti conoscevo. Ci mancherai da morire tu, che al contrario di altri, nemmeno desideravi di morire.