IL SEGRETO A 5 STELLE SUL CASO DICIOTTI

MA CHE FINE HA FATTO IL CASO DICIOTTI? E’ FINITO TUTTO CON L’AUTORIZZAZIONE A NON PROCEDERE VERSO SALVINI? PERCHE’ TUTTI I MEDIA DI INFORMAZIONE HANNO TACIUTO SU QUANTO E’ ACCADUTO DOPO L’ESPRESSIONE DI VOTO DELLA GIUNTA PER LE IMMUNITA’?

Ieri sera sono andata a letto con un chiodo fisso in testa e mi sono così ripromessa di scriverne. Così, dopo alcune riflessioni se fosse bene scriverne o meno, come sempre ho ritenuto opportuno farlo.

La domanda che mi ronzava in testa era: “Ma che fine ha fatto la mega indagine tanto voluta dal tribunale dei ministri di Catania sul caso Diciotti per le ipotesi di reato ascritte a Matteo Salvini?”

Il Tam Tam mediatico sul caso Diciotti dopo l’espressione di voto della giunta per le immunità che si è dimostrata contraria nel far processare Il Ministro dell’Interno per il 1549485810168.jpg--reato di sequestro aggravato di persona si è stranamente spento. Credo che questo lo abbiano notato un po’ tutti. Eppure fino a ieri, tutti i radical chic erano assai ben disposti a processare Matteo Salvini, anzi se si fosse potuto, anche a crocifiggerlo nella pubblica piazza o più probabilmente ad “appenderlo a testa in giù” come avrebbe voluto certa sinistra antifascista.

Abbiamo visto talk show, interviste a pseudo-intellettualoidi di sinistra, titoloni a caratteri cubitali che hanno riempito per mesi le prime pagine dei giornali cimentarsi nella classica gogna mediatica come ai tempi di Craxi. E proprio la gogna mediatica della sinistra ha tentato con ogni mezzo di screditare ed abbattere colui che avevano descritto come “il male di questo paese”, il nemico numero uno di una società italiana che era stata faticosamente conformata dalla sinistra al classico pensiero politicamente corretto delle zucche vuote. O forse sarebbe meglio dire zecche vuote.

Pochissimi invece hanno parlato dell’inghippo che si è evidenziato durante l’istruttoria che avrebbe visto esprimere il fatidico SI o NO a procedere contro Matteo Salvini! Tralasciando per non dilungarci la buffonata della Piattaforma Rousseau dove il 41% dei grillini volevano mandare a processo Salvini, durante l’istruttoria della giunta per le immunità, abbiamo visto lo stesso Matteo Salvini chiamare in causa i propri partner di governo. Lo ha fatto intelligentemente chiamando in causa il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte che in quell’occasione ha allegato al testo delle memorie di Matteo Salvini le proprie memorie costituite da ben quattro pagine dove il premier stesso sottolineva una responsabilità di tutto il governo nel caso Diciotti. Nelle memorie di Giuseppe Conte tuttavia venivano nominati anche i nomi del Ministro dello Sviluppo e del Lavoro Luigi Di Maio e del Ministro delle infrastrutture Danilo Toninelli come coautori della decisione presa sulla questione Diciotti.

Che cosa c’è di strano? All’apparenza nulla direte voi in quanto era cosa risaputa che il governo tutto avesse avuto un ruolo palese nel caso Diciotti, ma, “per una mera questione apparentemente pregiudizievole di certa magistratura”, l’indagato per sequestro di persona aggravato è stato solo Matteo Salvini.

ED E’ COSI’ CHE TUTTO CIO’ CHE STRANO NON DOVREBBE ESSERE, AD UN TRATTO, STRANO DIVENTA!

Strano per il comportamento poco trasparente adottato da Di Maio e Toninelli nell’intera vicenda, ma soprattutto per il particolare trattamento “di favore” (eufemismo) di cui poi vedremo, gli stessi godranno nell’intera questione.

Nella giunta per le immunità, inizialmente, sia Luigi Di Maio che Danilo Toninelli non depositano alcuna memoria, poi però, in seguito, venendo a conoscenza di essere stati di-maio-conte-toninelli-960x576citati nelle memorie di Giuseppe Conte, decidono all’ultimo momento di dichiarare la loro responsabilità diretta nella decisione sul caso Diciotti. Tuttavia, le loro memorie vengono depositate separatamente, ossia, a tutti gli effetti materialmente le depositano, ma senza però allegarle a quella di Matteo Salvini come invece aveva fatto correttamente Giuseppe Conte. Maurizio Gasparri, Presidente della giunta per le immunità del Senato nota l’anomalia e la denuncia immediatamente sottolineando l’inutilizzabilità di tali memorie che non potevano essere tenute in considerazione in quanto non allegate alla memoria della parte a giudizio. Un piccolo stratagemma legale affinché in concreto i due torbidi grillini potessero dire “di averlo fatto” e dunque di essersi dichiarati agli occhi dell’opinione pubblica coautori della decisione, ma, in sostanza “di non averlo fatto”, in quanto nella corretta procedura legale, non avendole allegate alle memorie ufficiali della parte a giudizio, non potevano essere accolte, né dunque essere lette, né prese in considerazione come testimonianza, ma quel che è peggio, non potevano essere utilizzate come documenti probatori per essere inviati al tribunale dei ministri di Catania al fine di offrire un quadro più completo e ragionevole della decisione presa in favore dell’immunità. Un sottile stratagemma legale, non di certo fatto in “bonafede” che pochissime testate giornalistiche hanno riportato, ma che palesa già di primo acchito un fare grillino poco chiaro, per non dire scorretto verso il proprio partner di governo.

Come tutti ben sapete, la giunta per le immunità il 19 marzo scorso si è espressa contraria nel voler far sedere Matteo Salvini sul banco degli imputati in un processo per un reato gravissimo a lui ascritto, ma, dalla documentazione inviata dalla giunta delle immunità è emerso a quel punto palese l’ulteriore responsabilità di Giuseppe Conte, di Di Schermata-2019-01-25-alle-16.04.01Maio e di Toninelli che erano stati citati come corresponsabili nelle memorie di Giuseppe Conte e Matteo Salvini. Se il tribunale dei ministri non poteva dunque più agire contro Matteo Salvini che aveva ottenuto l’immunità, in automatico però, dovevano essere iscritti sul registro degli indagati gli altri responsabili dell’orrendo crimine commesso a carico di quei 137 migranti clandestini. E siccome Conte, Di Maio, Toninelli, salvi non erano, in particolare Giuseppe Conte che non può godere dell’immunità perché non senatore della Repubblica, gli altri due, cioè Di Maio e Toninelli dovevano essere per legge perseguiti alla stregua di Matteo Salvini, dunque indagati e ricevere l’avviso di garanzia, ossia ricevere quella famosa lettera di rinvio a giudizio come quella che fu inviata a Matteo Salvini e che ai tempi lesse in diretta su Facebook.

DI QUEL CHE E’ SUCCESSO DOPO NESSUN TG NE HA PARLATO, I GIORNALI TUTTI, SOPRATTUTTO QUELLI DI SINISTRA HANNO TACIUTO, IL PD NON HA PIU’ FIATATO NONOSTANTE VOLESSERO A TUTTI I COSTI UN COLPEVOLE PER L’IMMANE DRAMMA DEI MIGRANTI. LO STESSO SAVIANO SI E’ CUCITO LA BOCCA SULLA QUESTIONE.

Perché vi domanderete?

Il perché ve lo spiego subito! Perché è stata una porcata disumana quella fatta a Matteo Salvini e a mio avviso non c’entra solo una magistratura apparentemente politicizzata. C’entra se mai un chiaro intento di abbatterlo come uomo politico e per la politica che sta portando avanti. Una cosa tuttavia è chiara da quando si è formato questo governo e soprattutto in quel Ministero che con la giustizia c’ha a che fare quotidianamente, il Ministero di Giustizia. ed è proprio in quel Ministero che si è verificato un cambio 175310448-ab2632e4-f177-4d24-a0b3-47339e211504radicale voluto ed attuato dal Ministro della giustizia Bonafede. Era infatti ad inizio luglio quando Bonafede appena insediato in via Arenula , con uno spoil system, diede il via ad un ricambio a 360 gradi, come mai s’era visto prima. Qualche giornale ne parlo ai tempi. Nello staff del neoministro furono letteralmente sbattuti fuori tutti i magistrati esponenti di Area, la corrente che riunisce le toghe rosse di Magistratura democratica. Da quel momento si è contornato solo di magistrati più vicini ad un certo pensiero filocomunista appartenenti ad Unità per la costituzione, il gruppo moderato e di centro, e di Autonomia e indipendenza, i famosi davighiani.

Anche personaggi del calibro dell’ex ministro del Pd Anna Finocchiaro e l’ex senatrice bersaniana Doris Lo Moro, che avevano chiesto al Csm di rientrare in magistratura hanno subito l’altolà del Guardasigilli, che ha frenato anche sul via libera a Felice Casson, anche lui ex senatore di di Mdp.

Non voglio affermare nulla con questo, non voglio credere che il M5S sia un partito blindato agli effetti della magistratura in nome dell’onestà sbandierata in lungo e in largo, ma voglio semplicemente accendere in voi una riflessione in merito a quanto vi scriverò d’ora in avanti.

FATE MOLTA ATTENZIONE A QUESTO PASSAGGIO FONDAMENTALE!

Subito dopo che Matteo Salvini è stato salvato e l’immane porcata giudiziaria su di lui pareva essere definitivamente conclusa, il procuratore distrettuale della Repubblica di Catania ha comunicato, (ai sensi dell’articolo 8, comma 4, della legge costituzionale 16 gennaio 1989, n.1)  che il collegio per i reati ministeriali, costituito presso il Tribunale di Catania, “ha disposto, con decreto in data 18 marzo 2019, l’archiviazione degli atti relativi ad ipotesi di responsabilità penale nei confronti del professor Giuseppe Conte, di Luigi Di Maio e del dottor Danilo Toninelli”.

La notizia non è stranamente trapelata nonostante i fatti si siano espressi in modo estremamente repentino e proprio l’indomani del voto favorevole dell’Aula del Senato manovra-economica-secondo-di-maio-girano-troppe-balle-e-introduce-il-test-vero-o-falso_2169951sul ministro dell’Interno Matteo Salvini. Nessuno ne ha scritto, in nessun talk show o salotto televisivo se n’é parlato. Non era una notizia importante da far sapere agli italiani che quel procedimento giudiziario intentato dalla Procura di Catania per presunti reati gravissimi commessi da Matteo Salvini a danno di 137 immigrati clandestini, cambiando i nomi degli indagati, reati tanto gravissimi non erano più. Nemmeno il PD ha più fiatato, nessuno ha più urlato vendetta o vogliamo giustizia!

E ALLORA FORSE ANCHE IN VOI NASCERA’ SPONTANEA LA DOMANDA: “PERCHE?”

E’ molto semplice, perché una volta arrivata l’archiviazione del tribunale dei ministri per Conte, Di Maio e Toninelli, arrivata come per incanto dopo la richiesta della Procura di Catania il 20 febbraio scorso, quei 137 migranti lasciati per diversi giorni, ad agosto scorso, a bordo della nave della Marina militare al largo del porto di Catania non interessavano più a nessuno, ma soprattutto non potevano più essere utilizzati in nessuna attività giudiziaria per affossare quella politica del buonsenso di Salvini che mina fortemente molti interessi e un business illecito nel nostro paese.

Ma allora, perché la Procura e il tribunale dei ministri di Catania che dovrebbero esclusivamente perseguire un fine di giustizia e non politico a Salvini l’hanno perguito giudiziariamente e a Di Maio, Giuseppe Conte e Danilo Toninelli no?

Forse perché perseguirli giudiziariamente avrebbe minato fortemente la loro campagna elettorale in vista delle elezioni Europee? Oppure perché “l’onestà” a cinque stelle vanta la possibilità di alcune scorciatoie nella macchina della giustizia italiana che preservano “l’onestà” stessa? 

Perché se così fosse, allora in questo governo giallo/verde qualcuno sta barando e Di Maio e combriccola dovrebbero spiegare agli italiani quale ruolo hanno veramente avuto in questa vicenda giudiziaria montata ad arte sul nulla e come mai senza dover ricorrere all’immunità parlamentare sono comunque risultati immuni agli effetti della giustizia italiana e per un reato gravissimo come quello di sequestro di persona aggravato.

Forse i 5 stelle hanno un segreto che non possono svelare? O forse anche più di uno?

Intelligenti pauca.

#IoSonoItalia🇮🇹

One thought on “IL SEGRETO A 5 STELLE SUL CASO DICIOTTI

  1. Grande Italia…nulla da meravigliarsi per chi ben sa che dietro la “buccia” delle “stelle”, cinque esattamente, si nasconde da sempre a mio avviso il paracadute della sinistra

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