Camillo Benso Conte di Cavour disse:
“Libera Chiesa in libero Stato; libera la Chiesa di occuparsi delle anime dei suoi fedeli, ma libero anche lo Stato di curare le cose terrene secondo le proprie leggi”.
Ed è proprio su questo principio che si fonda la nostra convinzione che l’Italia non sia mai stata né deve essere uno Stato laico perché lo Stato, se esiste veramente uno Stato,
dovrebbe avere la precisa funzione di tutelare soprattutto il concetto di identità nazionale anche sotto l’aspetto religioso. Finiamola dunque di generalizzare raccontandoci palle come è stato scritto sulla nostra carta costituzionale da quei cazzoni avariati che alcuni erroneamente chiamano ancora “padri fondatori”. Perché se furono quelli i padri fondatori, allora furono solo padri fondatori del degrado sociale e tentarono volutamente di gettare le basi per cancellare ogni identità nazionale ed in particolare quella cristiano/cattolica.

Lo Stato italiano sarebbe dunque una Repubblica democratica laica e aconfessionale, senza cioè una religione ufficiale, ma è bene precisare e addirittura sottolineare che nella sua Carta costituzionale manca una chiara ed espressa previsione del principio di laicità come, al contrario, avviene in altri Stati (si pensi all’art. 1 della Costituzione francese) che si professano apertamente «laici».
Quindi l’Italia è un paese atipicamente laico, o laico non lo è mai stato se non per mera imposizione ideologica di certa sinistra e di certa magistratura politicizzata che come sempre si trasforma nel loro braccio o nella solita manina che stravolge e reinterpreta a proprio piacimento ogni cosa.
Ed ecco che quando lo Stato latita ci pensa la solita magistratura a trasformare ogni concetto di diritto sancito dalle leggi italiane con una chiara imposizione che leggiamo nella sentenza della Cassazione. pen. 439/2000:
“le leggi ordinarie, i regolamenti e tutta l’attività della Pubblica Amministrazione devono conformarsi al principio di laicità che costituisce uno dei profili della forma di Stato così come delineato dalla Carta costituzionale (Cass. 400/95). Tale principio, pur non formalmente espresso, viene presupposto e si ricava in via interpretativa dall’analisi di numerosi articoli della Costituzione (cfr. artt. 2, 3, 7, 8, 19 e 20) e dall’orientamento che la giurisprudenza, soprattutto quella costituzionale, ha espresso quando è stata chiamata a pronunciarsi in merito.”
Da tale analisi traspare un fenomeno del tutto anomalo definito da più parti della dottrina “laicità all’italiana”, che non significa che lo Stato italiano sia uno Stato laico, ma che l’imposizione della laicità proviene da un unico organo statale, autonomo, lontano da
ogni principio di identità nazionale anche di tipo religiosa. Tutto ciò nei decenni ha determinato un proprio preciso intento politico riguardante la solite e insoluta “questione morale“, quello di gettare le basi per creare un ambiente idoneo alla sostituzione di massa e all’islamizzazione del nostro paese oltre che dell’Europa. Da qui l’intenzionale induzione delle masse verso una crisi identitaria, sociale, culturale, morale ed infine anche verso una crisi economica che necessitava per realizzare l’intento stesso. E allora io vorrei ricordare a tutti, soprattutto allo Stato Italiano che, sul Palazzo più statale che esista nel nostro paese, il Palazzo del Quirinale, c’è sulla “Torre dei venti” un grande crocefisso ed è posto proprio sotto alla bandiera della Repubblica Italiana, quel tricolore che ricorda i valori fondamentali della nostra identità: Dio, Patria e Famiglia!

E potete provare a cancellarli i nostri valori, ma ricordatevi che più cancellate e più vi resta il segno sul foglio di ciò che agli italiani non toglierete mai!