COLPO DI STATO: NAVE DICIOTTI, IL CAVALLO DI TROIA DEL PD

Facendo un riassunto di quanto scritto dall’Avvocato Carlo Taormina l’Iniziativa del Magistrato di indagare al fine di incriminare Matteo Salvini per sequestro di persone, arresto illegale e abuso d’ufficio compromette irrimediabilmente ogni tipo di rapporto tra magistratura e politica. Io personalmente credo che comprometta ogni tipo di rapporto tra Magistratura, Stato e Democrazia. Avendo valutato nel dettaglio e nelle mie limitate competenze gli aspetti giuridici ed avendo espresso nei giorni scorsi la mia opinione al riguardo la non procedibilità giudiziaria per ovvi motivi di autorizzazione parlamentare, non posso fare altrimenti che convenire con l’Avv. Taormina su alcuni punti, forse meno su altri. A differenza delle panzane scritte dal solito Saviano e dalla bontà di pensiero espressa dall’Avv. Taormina, io ieri ho realizzato un pensiero molto diverso, forse più concreto e reale. Un pensiero che vedo prendere forma nella nostra realtà con estrema limpidità. E’ un colpo di stato!
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Il caso Diciotti dovrà passare alla storia perché non si tratta solo di una azione giudiziaria, ma di un vero e proprio cavallo di Troia utilizzato dal PD per un attentato allo Stato, alla Democrazia, alla Costituzione, ma ciò che a mio avviso è peggio, al diritto politico di ogni cittadino italiano e al suo diritto di scelta.
L’innegabile intenzionalità, la premeditazione, perché Signori, qui c’è stata a tutti gli effetti una palese premeditazione e Dio non voglia corruzione nell’indurre un “comandante” di una nave della Guardia Costiera (la Guardia Costiera dipende dal Ministro delle infrastrutture Toninelli)  a raccogliere dei migranti fuori dalle acque di competenza pur sapendo che ciò non era autorizzato a fare, ma, con l’unico scopo di mettere in difficoltà il Governo. Tutto ciò affinché lo stesso governo fosse indotto per ovvi motivi di coerenza politica ed in rappresentanza del voto degli italiani a trattenerli offrendo così il fianco a due possibilità che ora vi spiego.
1) Se Matteo Salvini avesse accolto quei migranti, avrebbe perso credibilità verso il proprio elettorato, avrebbe disatteso alle loro aspettative e questo avrebbe poi offerto l’opportunità all’opposizione di rivalersi in questi termini agli occhi dell’opinione pubblica mostrando a tutti la debolezza politica del Ministro dell’Interno.
2) Se Matteo Salvini non avesse accolto i migranti, ma si fosse attenuto allo stile consueto del pugno duro, il cavallo di Troia sarebbe giunto finalmente in un porto italiano e dunque su territorio italiano. Li si sarebbero create quelle condizioni auspicabili per rendere perseguibile giudiziariamente Matteo Salvini e dunque attaccarlo personalmente.
La prevedibile coerenza di Matteo Salvini  ha fatto in modo che la seconda ipotesi prendesse forma così come era stato premeditato. Era quello che l’opposizione auspicava per dar luogo ad una azione sovversiva pianificata, il colpo di stato. E badate Signori che di colpo di stato si tratta anche se dai giornali non è stato detto per ovvi motivi di ordine pubblico. Questo a tutti gli effetti è un colpo di stato che si sta consumando sotto ai nostri occhi senza che nessuno ce lo dica o ce ne parli, perché altrimenti milioni di persone si riverserebbero nelle piazze e Dio solo sa cosa accadrebbe. Un colpo di stato attuato utilizzando apparati quali la Guardia Costiera e quel che è peggio certa Magistratura connivente di certa politica. Un atto sovversivo di una gravità inaudita che non possiamo e non dobbiamo far finta che non sia accaduto.
Visto l’enorme consenso popolare riscosso da Matteo Salvini, vista la forza incorruttibile del pensiero che diffonde, non lo si poteva combattere con le armi convenzionali offerte dalla politica. Serviva qualcosa di più, qualcosa di non convenzionale come lo è appunto il colpo di stato.
Il 7 luglio Matteo Renzi in quello che alcuni hanno considerato un delirio informava che “presto sarebbero tornati al governo”. Matteo Renzi non peccò di presunzione in quell’occasione, evidentemente era già a conoscenza di una strategia precedentemente studiata a tavolino per fare saltare il Governo; era convinto che avrebbe funzionato.
3232734c-ee35-4bd9-ac7b-79f9894695c1-jpegSono noti gli incontri tra i vertici del PD, Renzi e il magistrato di Agrigento Patronaggio. Evidentemente Patronaggio era la persona giusta, un magistrato sufficientemente ambizioso e pronto a gettarsi addirittura in un’impresa eversiva, per poi eventualmente ricevere in cambio benefici politici o chi lo sa, forse addirittura un eventuale poltrona in parlamento come era già accaduto ai tempi di Mani Pulite. Ve le ricordate vero quelle indagini? Vi ricordate come si conclusero? VI ricordate anche il magistrato impegnato? Bene….. Abbiamo avuto modo di vedere moltissimi casi di interferenza della magistratura nella politica del nostro paese. Inchieste create ad hoc, procedimenti giudiziari messi in piedi dalla sera alla mattina, contestazioni di presunti reati che demolivano la credibilità e la carriera del politico di turno che doveva essere fatto saltare. Che poi, di lì a qualche anno fosse stato assolto per mancanza di prove poco importava all’opinione pubblica. L’italia è il paese che ti condanna alla gogna mediatica già nella fase delle indagini preliminari, non aspetta il terzo grado di giudizio come dovrebbe essere.
In questo caso, il colpo di stato ha portato Matteo Salvini ad essere indagato per abuso di ufficio, arresto di persona e sequestro di persona. Cose da pazzi che solo in un paese corrotto e pazzo come il nostro possono capitare. Ma vediamo di fare chiarezza. L’abuso di ufficio, tale condizione esisterebbe nell’aver consumato il sequestro di persona e/o arresto di persona, ma mancano i presupposti e la fondatezza della stessa presunzione di reato in quanto non v’è prova che Matteo Salvini abbia fatto arrestare i migranti sulla Diciotti. Non c’è dunque mai stato alcun arresto, men che meno c’è mai stato arresto illegale.  Il centro della discussione verte dunque sul problema della configurabilità del sequestro di persona di cui all’art. 605 del codice penale. Ma allora io dovrei denunciare l’istituzione scolastica perché se qualche tempo fa chiedevo di uscire da scuola il professore mi obbligava a restare in classe? Rispondetemi, lo faceva per il mio bene o per il mio male? Limitava la mia libertà di uscire dall’aula, dunque era sequestro di persona? Poveri pazzi quelli del PD e le loro assurde e folli perversioni mentali.
L’articolo 605 C.p. dice che si ha sequestro di persona quando un soggetto abbia intenzionalmente limitato la libertà della persona principalmente sotto il profilo della libertà di locomozione o di circolazione, ma in questo caso non si può sottovalutare l’aspetto della sicurezza delle persone coinvolte.
Così mi sono posta alcune semplici domande banali a cui do anche risposta. Se se le fosse poste anche il magistrato Patronaggio, probabilmente non sarebbe mai giunto all’idea di indagare Matteo Salvini:
1) Quelle persone avevano i documenti per poter circolare liberamente? No!
 
2) Erano clandestini? Si!
 
3) Dovevano per ragioni di sicurezza essere trattenuti? Si!
 
4) Erano già stati identificati? No!
 
5) Dalle indagini svolte sulla Diciotti sono stati identificati 4 scafisti? Si!
 
6) Sono stai posti in arresto? Si!
 
7) Per gli altri si sono avviate attività utili per il loro collocamento nell’Unione Europea?      Si!
 
8) Erano cittadini italiani? No!
La semplice indicazione che questi si trovavano su una una nave della Guardia Costiera non implica il fatto che questi fossero stati posti in stato di arresto, né tanto meno sequestrati, ma contenuti per ragioni di sicurezza pubblica oltre che di sicurezza sanitaria e sanità pubblica all’interno dei confini della nave. Non dimentichiamo che a bordo c’era un’epidemia di scabbia ed era stata issata la bandiera gialla. Se questa è 4porto Diciottil’unica condotta capace di far consumare il reato di sequestro di persona, dimostra invece e per più ragioni l’evidente correttezza del comportamento di Salvini. Sulla nave Diciotti nessuna limitazione di libertà è stata aplicata se non quella prevenire che a qualche migrante venisse la tentazione di gettarsi dalla nave sul un gommone di alcuni manifestanti irresponsabili dalle magliette rosse che nel frattempo avevano tentato di abbordare la Diciotti per “liberare” a loro dire i “rifugiati” (immagine di Catania Today). Qualcuno di loro avrebbe potuto farsi male e restare ferito. Tuttavia anche in quel caso si è provveduto a prevenire il peggio allontanando il gommone ad opera della Polizia. Gli immigrati sono dunque rimasti legittimamente sulla nave perché spettava all’Italia e al Ministro dell’Interno stabilire se avessero i requisiti per entrare nel nostro paese e per questa ragione, come accade in tutte le legislazioni del mondo, ben potevano e dovevano essere trattenuti.
Trattenere qualcuno per ragioni di sicurezza dunque non potrà mai configurarsi come sequestro di persona, ma stretta osservanza di quei precisi doveri che sono previsti dalle nostre leggi e dalla nostra Costituzione. Queste semplici ed elementari considerazioni chiunque poteva farle, chiunque si fosse minimamente informato, le ho fatte io perché per mera passione amo la giurisprudenza e il Diritto. Non credo ci sia bisogno di essere già avvocati per capire cosa è bene o male. Ma qui il vero problema, il problema serio a mio avviso è un altro e riguarda quello che ho scritto ad inizio articolo. Se ci sono dei responsabili per i fatti accaduti, non bisogna ricercarli nella persona di Matteo Salvini, ma altrove. Bisogna ricercarli in chi ha volutamente e intenzionalmente attentato allo Stato.
Bisogna ricercarlo in primis nella persona del Magistrato Luigi Patronaggio che ha avvalorato le tesi del PD e ha disposto un’indagine per i presunti reati di abuso d’ufficio, arresto e sequestro di persona a carico della figura istituzionale del Ministro dell’Interno Matteo Salvini. Indagini che ora sarebbe opportuno ribaltarle su di lui per aver impedito a Matteo Salvini di svolgere la sua attività d’indirizzo politico direttamente conseguente dal voto degli italiani e sulla base di precisi impegni elettorali richiesti dal proprio elettorato. L’Art. 294 del Codice Penale dice infatti che chiunque con violenza e minaccia o inganno impedisce l’esercizio di un diritto politico è punito con la reclusione da uno a cinque anni in applicazione degli articoli 48 e 49 della costituzione. E il cavallo di Troia, in questo caso la Diciotti, è palesemente un inganno.
Da tenere presente però che hanno pensato veramente a tutto e negli anni scorsi nulla è stato lasciato al caso. SI sono fatti leggi dalla sera alla mattina inserite in decreti legge che non avevano alcuna attinenza, ma che importa, tanto quale italiano si informa ed approfondisce il lavoro parlamentare? Nessuno!
Con la legge del 24 febbraio 2006 n.85 pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale il 13 marzo 2006 n.60 dal titolo Modifiche al codice penale in materia di reati d’opinione, sono stati modificati gli Artt. 241 (attentati contro l’indipendenza l’integrità e l’unità dello Stato) Artt. 283 (attentato contro la Costituzione dello Stato); Artt. 289 (attentato contro organi costituzionali e contro le assemblee regionali) ovvero tutti quei resti che costituivano i principi di attentato alle istituzioni democratiche del paese. Modificazioni firmate da Ciampi.
Ecco che attuare un colpo di stato atto a sovvertire un volere democratico riconosciuto dal popolo, ma senza compiere atti violenti e tuttavia potendo abusare del potere che si possiede anche a livello parlamentare, nel nostro paese non è più considerato reato.
Mi sa cari amici che bisognerà veramente metter mano a tante cose per risistemare il concetto di democrazia e libertà in questo nostro amato paese perché visto così com’è sembra più che altro “un vero e proprio Troiaio“, giusto per restare in tema col titolo e anche perché è una tipica espressione fiorentina che mi fa sentire vicina alla mia Oriana.
Nel frattempo auspico che i responsabili di quanto accaduto vengano perseguiti giudiziariamente e chi aveva il dovere di gestire i ruoli della Guardia Costiera inizi ad apprendere dall’errore commesso.
Auspico che il ministro della Giustizia, il procuratore generale presso la corte di cassazione, il consiglio superiore della magistratura intervengano disciplinarmente nei confronti del procuratore di Agrigento per capire meglio se proprio lui, invece che Matteo Salvini abbia consumato il reato di abuso d’atti d’ufficio.

2 pensieri riguardo “COLPO DI STATO: NAVE DICIOTTI, IL CAVALLO DI TROIA DEL PD

  1. Penso che non bisogna tacere, ma gridare ai quattro venti che quello dei giudici é un colpo di stato per eliminare il ministro Matteo Salvini. In questo momento non mi vengono altre idee, ma sono mesi che pubblico post per far capire agli italiani quale é la verità sui temi scottanti dei nostri giorni

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