Sono scene terribili quelle di Genova e del ponte dell’autostrada crollato. Decine di automobili e camion si sono visti mancare quell’autostrada che al casello sarebbero stati costretti a pagare lautamente. Quel tratto di autostrada e quel viadotto che oggi è crollato, si dice sia uno dei tratti più cari di Autostrade per l’Italia Spa una società per azioni costituitasi grazie ai Decreti di Liberalizzazione e Privatizzazione di Bersani e Prodi.
Vorrei ricordare a tutti che Autostrade per l’Italia Spa si era costituita nel 2002 e aveva come attività la gestione in concessione delle tratte autostradali italiane. La società fa parte del gruppo Atlantia che ne possiede il 100% del capitale sociale e che fa riferimento, come principale azionista, alla Famiglia Benetton. Un business miliardario che ogni anni genera introiti pazzeschi alla Famiglia Benetton, la quale, evidentemente non reinveste a sufficienza nella manutenzione delle autostrade e dei viadotti. Quel viadotto era infatti da tempo oggetto di forti polemiche e rischi preannunciati per l’incolumità di chi vi transitava. Ora personalmente mi auguro che la Famiglia Benetton abbia il coraggio di dedicare una loro pubblicità con una immagine di quelle che ho personalmente creato. Così, giusto per essere coerenti e ricordarsi che forse, con un pizzico di buona volontà e meno avarizia, avrebbero potuto evitare questo disastro? Prego, scegliete pure l’immagine che preferite.
Breve nota della Corte dei Conti che ci tengo a segnalarvi:
Con un documento pubblicato il 10 febbraio 2010, ormai ultimata la stagione delle privatizzazioni che prese il via quasi 20 anni prima, la Corte dei Conti aveva reso pubblico uno studio nel quale elaborava la propria analisi sull’efficacia dei provvedimenti adottati.
Il giudizio, segnalava sì un recupero di redditività da parte delle aziende passate sotto il controllo privato; un recupero che, tuttavia, non era dovuto alla ricerca di maggiore efficienza quanto piuttosto all’incremento delle tariffe di energia, autostrade, banche, ecc. ben al di sopra dei livelli di altri paesi europei. A questo aumento, inoltre, non avrebbe fatto seguito alcun progetto di investimento volto a migliorare i servizi offerti.
Più secco era invece il giudizio sulle procedure di privatizzazione, che:
« si evidenziavano una serie di importanti criticità, che andavano dall’elevato livello dei costi sostenuti e dal loro incerto monitoraggio, alla scarsa trasparenza connaturata ad alcune delle procedure utilizzate in una serie di operazioni, dalla scarsa chiarezza del quadro della ripartizione delle responsabilità fra amministrazione, contractors ed organismi di consulenza al non sempre immediato impiego dei proventi nella riduzione del debito » |
guarda caso strano in mezzo alla melma c’è sempre il pd
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Ehhhh
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