Salvini un politico, un papà, che da speranza e fiducia a noi giovani.

La politica è molto importante per noi giovani, per me almeno lo è. Peccato che in pochi vogliano avvicinarsi a questo valore sociale e preferiscano perdersi in sciocchezze sui social spendendo il proprio tempo senza ottenerne alcun beneficio tangibile. La politica caratterizzerà le nostre scelte di oggi e i potenziali risultati che andremo, si spera, ad ottenere domani. Se è vero che raccoglieremo domani ciò che abbiamo seminato oggi, allora è altrettanto vero che le scelte politiche che adottiamo oggi, se ponderate ed attuate col senno di poi, con senso di responsabilità, garantiranno maggiore sicurezza economica e stabilità al nostro futuro e alle generazioni future.

La politica italiana è sempre stata caratterizzata, almeno negli ultimi decenni da una élite generazionale. Ammettiamolo, si è pensato molto a “chi è stato italiano” e si è investito poco o nulla “su chi lo sarà domani”. I giovani non sono stati altro che quella bella parola con la quale molti politici in campagna elettorale si sono sempre riempiti la bocca. I giovani sono ad oggi la categoria più bistrattata, dimenticata, abbandonata al proprio destino. Senza possibilità di realizzarsi se non si è il solito “figlio di”. Per i giovani non si è mai fatto niente, diciamolo, perché non rappresentavano un serbatoio di voti utili ai vari partiti.

Siamo stanchi delle solite illusioni propinateci negli anni, siamo stanchi delle false promesse che si sono tramandate di generazione in generazione. Abbiamo bisogno di una rappresentanza partecipata e concreta, qualcosa che fino ad oggi ci è sempre stata negata in ambito politico, appunto perché siamo giovani. Non abbiamo mai avuto voce in capitolo perché avrebbero dovuto essere i grandi, gli adulti a dover assolvere al ruolo del buon padre di famiglia. Quel ruolo di responsabilità che includeva la volontà di pensare al futuro dei figli e a garantire loro sicurezza e stabilità. Forse è proprio questo che è mancato nella politica e nella società degli ultimi decenni. Il senso e la responsabilità del buon padre di famiglia.

ridono-672x372Abbiamo sempre avuto politici obsoleti, vecchi nelle idee, superati, privi di qualsiasi lungimiranza e appartenenti ad ere ormai estinte. Gente che vive ancora nel passato, che si perde ancora nelle becere ideologie dell’antifascismo, della Resistenza e si trascina con fatica nella realtà contemporanea. Come può uno di questi vecchi capire di cosa ha bisogno un giovane? Talvolta, con enorme difficoltà lo capisce un padre, una madre, o meglio quei pochi di loro che hanno ancora voglia oltre a sufficiente tempo e forza per rapportarsi con noi. Gli altri, ossia la maggior parte, ci ignorano sempre più spesso. Come può uno di qui vecchi illudersi di essere al passo coi tempi, di essere a conoscenza delle esigenze, delle necessità di crescita e sviluppo di cui noi giovani abbiamo bisogno..? Come può un vecchio capire i pericoli che viviamo ogni giorno, le difficoltà di trovare una nostra identità lavorativa che possa identificarci un domani per ciò che siamo e sappiamo fare meglio?

Nella politica italiana non c’è mai stato quel necessario ricambio generazionale nei governi che si sono susseguiti. Abbiamo avuto per decenni vere e proprie mummie che si sono alternate di Governo in Governo, cambiando di volta in volta partito e che a stento ricordavano quale significato avesse “l’essere giovane”. Uomini di grandissima esperienza si diceva, ma quale esperienza possono avere persone che non vivono a diretto contatto con noi giovani, che non condividono con noi gli attimi, i momenti, la nascita delle mode e delle tendenze che non sono altro che il riflesso semantico di una volontà di emergere, di reagire, di farci notare in qualche modo.

Ci avete costretti a studiare, ad essere preparati. Ci avete costretti ad essere prima diplomati, poi laureati e specializzati per ritrovarci un domani disoccupati e sfruttati. Costretti a mendicare un impiego, a lottare quotidianamente con chi entra in Italia e si offre al mondo del lavoro accettando stipendi miserabili. Ci avete costretti a rapportarci con civiltà troglodite che non sanno nemmeno cosa siano i diritti sul lavoro, perché nei loro paesi, non ne hanno mai avuti. Li avete fatti arrivare nel nostro paese e almeno secondo l’ex Ministra Boldrini, da loro dovremmo apprenderne lo stile. Beh, io non voglio adeguarmi allo stile di un africano che a stento parla la mia lingua, che da ragazzino arriva nella mia scuola, nella mia classe e ottiene voti identici ai miei pur avendo una preparazione 10 volte inferiore alla mia. Stessa cosa domani, sul mondo del lavoro, non voglio ritrovarmi a combattere contro qualcuno a cui hanno regalato il diploma, la laurea, perché i soliti buonisti protendono ad avere un occhio di riguardo e ad agevolare nonché a premiare chi ha la pelle di colore diversa dalla nostra. Non voglio combattere con loro e adeguarmi ad essere pagata 2 o 3 euro l’ora perché se non li accetto “ci sono loro” che saranno pronti ad accettarli. Io sono Italia non sono un’africana che deve spedire i soldi nel proprio paese dove si campa con 30/40 euro al mese. Sono un’italiana che un domani vorrebbe aver il diritto di sentirsi autonoma e non dover continuare a pesare economicamente sulla propria famiglia. Casomai vorrei avere il diritto di crearmela una famiglia, avere la possibilità di avere a mia volta dei figli e poterli crescere dignitosamente. Io sono Italia, forse un’Italia che può risultare strana a molti per le cose che pensa e scrive, ma sono questa, come è un pezzo di Italia anche ogni giovane come me che lotta ogni giorno per emergere, per ritagliarsi un piccolo pezzetto di spazio nella totale indifferenza di tutti quelli che si dimenticano dei veri figli di questo paese perché troppo intenti ad occuparsi del futuro di chi arriva nel nostro paese e gli pagherà la pensione. Ricordatevi che è un pezzo di Italia anche ogni giovane che abbandona la propria terra, il proprio paese, la propria famiglia, perché sa che qui non avrà alcuna speranza, alcuno futuro. Un pezzo di Italia che se ne va e non ritornerà più.

downloadPersonalmente confido in questo nuovo Governo, confido più che altro in Matteo Salvini e nelle poche possibilità a lui concesse di poter apportare un tangibile cambiamento in questo paese. Lui, almeno, al contrario di altri, spesso dice di voler far politica secondo il principio del buon padre di famiglia e questo, innegabilmente rincuora molti giovani come me. Peccato che io non possa ancora accedere al voto, perché altrimenti, Salvini l’avrei votato anch’io. Votare lui sarebbe come se stessi votando il mio papà, un papà che si ricorda che esisto. Credo sia l’unico oggi come oggi ad avere in mente un futuro nel nostro paese, un futuro anche per noi giovani.

Italia

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